Uno contro tutti: il duopolio è spezzato, Djokovic irrompe sulla scena

Racconti

Uno contro tutti: il duopolio è spezzato, Djokovic irrompe sulla scena

Il 2011 segna la fine della dicotomia Federer-Nadal: il serbo domina la stagione vincendo 3/4 di Slam e rimane N.1 anche l’anno successivo

Pubblicato

il

 

Per Nadal e Federer, i dominatori del circuito, quello che si presenta all’alba del 2011 del tennis maschile è un cielo senza nuvole. Lo svizzero ha chiuso la stagione precedente trionfando nelle ATP Finals con successi sugli altri quattro tennisti appartenenti alla Top-5 mentre lo spagnolo, pur perdendo la finale del Masters stesso, ha archiviato la sua miglior annata-Slam incamerando ¾ della torta e apparendo a tratti ingiocabile. Il loro duello quindi, in assenza di alternative consistenti e durature, sembra destinato a riproporsi anche nel 2011 ma una tempesta sta arrivando dai Balcani e gli esperti le hanno già trovato nome e cognome: Novak Djokovic.

Quello che si presenta a Doha non è certo il miglior Nadal. Il maiorchino subisce addirittura un 6-0 nel vittorioso secondo turno con lo slovacco Lacko e in semifinale viene seccamente battuto da uno dei pochissimi tennisti contro i quali ha un bilancio negativo, ovvero Nikolay Davydenko. Il russo non è più quello del 2009 ed è scivolato in classifica ma il suo gioco continua a creare problemi al numero 1. Tuttavia, le prime indicazioni a Melbourne sono confortanti e l’approdo ai quarti di finale avviene senza cedere set e sprecando poche energie; qui però, in una serata in cui accusa un malanno muscolare, rimedia appena nove giochi al cospetto del connazionale David Ferrer.

L’infortunio è meno serio del previsto e già un mese dopo lo spagnolo torna in campo regolando in scioltezza sia Bemelmans che Olivier Rochus in Coppa Davis. Il vero test arriva però nel doppio appuntamento americano coast-to-coast tra Indian Wells e Miami; nei due 1000 il numero 1 conquista senza troppi affanni altrettante finali ma viene sconfitto – sempre in tre set – da Djokovic. In California il serbo recupera da 0-1 mentre in Florida, in cui si presenta da numero 2 dopo aver superato in classifica Federer, è determinante la vittoria nel tie-break del terzo. Sul momento, visto anche l’equilibrio di entrambe le sfide, il doppio ko del leader mondiale sembra piuttosto indolore oltre che ampiamente giustificato dalla superficie e l’approssimarsi della terra rossa dovrebbe ripristinare le gerarchie. In effetti, tra Monte Carlo e Barcellona il numero uno del mondo ritrova le coordinate giuste e si vendica di Ferrer nelle due finali. Poi però, a Madrid, la minaccia Djokovic si fa sentire di nuovo e nell’atto conclusivo del Mutua Madrid Open, in una Caja Magica gremita, il serbo torna ad imporsi e stavolta in due soli set.

Come se non bastasse, la scena si ripete al Foro Italico e qui per Nadal non c’è nemmeno l’attenuante dell’altura, invece presente nella capitale iberica. A Roma Djokovic eguaglia proprio Rafa e diventa il secondo tennista con la miglior striscia di vittorie consecutive nei confronti del n°1 mondiale con quattro ma, ancora più importante, si propone come rivale attendibile anche per il Roland Garros. Invece a Parigi, in semifinale, il serbo viene fermato dalla miglior versione terricola di Federer e Nadal tira un sospiro di sollievo, supera lo svizzero in finale e può mordere la Coppa dei Moschettieri per la sesta volta, proprio come Bjorn Borg. Le vicende parigine non alterano più di tanto il ranking e Wimbledon, in questo senso, diventa decisivo.

Ai Championships il numero 1 del mondo ci arriva con il rodaggio del Queen’s, dove però ha dovuto soccombere nei quarti al sempre temibile Jo-Wilfried Tsonga. Il francese ha già battuto Federer da primo della classe e in futuro ci riuscirà anche con Djokovic, entrando in una élite ristretta che comprende solo altri due colleghi, ovvero Del Potro e Murray. Djokovic invece si è riposato prima di Wimbledon e la scelta si rivela giusta, perché sull’erba del Tempio perde qualche set ma resta in controllo per l’intero torneo e il 4 luglio, all’indomani del suo primo titolo londinese ottenuto battendo proprio Nadal in finale, diventa il 25° numero uno della storia dell’ATP. Un sorpasso iniziato da lontano e chiuso in uno dei giorni più belli della carriera del serbo.

Nel suo debutto da primo della classe, Djokovic centra subito un altro titolo al Masters 1000 di Montreal e, sulla scia, arriva in finale a Cincinnati dove però non può lottare ad armi pari con Andy Murray a causa della spalla destra dolorante. Il numero uno perde di misura il primo set ma nel secondo crolla e, sotto 0-3, si ritira: è la sua seconda sconfitta stagionale e, fattore ancora più importante, le sue precarie condizioni fisiche rimescolano le carte dei pronostici per gli imminenti US Open, con i cosiddetti “Fab Four” che monopolizzano le percentuali di vittoria del titolo.

Recuperati i guai fisici, Djokovic è agevolato anche dai ritiri a match in corso dei suoi avversari di primo turno (Niland) e quarti di finale (il connazionale Tipsarevic, l’unico che gli ha tolto un set) ma in semifinale vede le streghe contro un grande Federer. Lo svizzero si porta avanti due set a zero ma Nole recupera e lo porta al quinto, dove però il suo avversario si porta a doppio match-point sul 5-3 e 40-15. Nel primo il serbo trova una risposta di dritto che resterà nella storia del tennis mentre nel secondo il nastro corregge in corridoio un dritto di Federer; da quel momento lo svizzero perderà quattro game di fila e con quelli la possibilità di tornare in finale agli US Open. L’ultimo atto del quarto major stagionale è anche il sesto testa a testa tra i primi due, il primo però con Djokovic da numero 1. Nonostante l’inversione nella gerarchia, il risultato rimane lo stesso e il serbo si impone di nuovo in quattro set, come a Wimbledon.

Nel finale di stagione Djokovic tira il fiato e sporca il suo invidiabile record con diverse sconfitte, causate dagli acciacchi e dalla stanchezza. La prima avviene contro Del Potro in Davis, ma assomiglia tanto a quella della finale di Cincinnati in quanto sul 6-7 0-3 il serbo si ritira (stavolta a causa della schiena) e lascia il campo in lacrime. A Basilea, in semifinale, domina Nishikori per metà partita poi un progressivo dolore al braccio destro lo fa uscire dal match e, pur continuando a giocare, il giapponese gli rifila un cappotto nel terzo set. Pur avendo ventilato il forfait, il leader ATP decide di partecipare ugualmente al 1000 di Bercy ma dopo due vittorie – su Dodig e Troicki – dà forfait prima di affrontare Tsonga nei quarti e si trasferisce a Londra per il Masters.

Alla O2 Arena, Djokovic si sente meglio ma rischia subito il ko al debutto, dove annulla un match-point prima di imporsi a Berdych. La buona partenza nel gruppo di round-robin viene però vanificata dalla netta sconfitta con Ferrer, che si toglie così la soddisfazione di battere due numeri uno diversi nella stessa annata. Per Nole diviene dunque decisivo il derby con Tipsarevic ma il connazionale non fa sconti e lo batte in rimonta, pur decretando in questo modo l’eliminazione di entrambi. Il Masters lo vince Federer ma il ranking non subisce grossi scossoni e Djokovic chiude la sua prima stagione da numero 1 con più di 4000 punti di vantaggio su Nadal; dodici mesi prima ne aveva oltre 6000 in meno.

Nonostante l’intermezzo di Federer, nel 2012 si riparte dal duello tra i primi due della classe e nell’atto conclusivo degli Australian Open Djokovic e Nadal si danno battaglia per quasi sei ore, stabilendo il primato quale finale più lunga nella storia del Grande Slam. A differenza delle due precedenti a Wimbledon e New York, questa volta Nadal mette in grande difficoltà il serbo e potrebbe fare suo il titolo ma non sfrutta un break di vantaggio nel quinto parziale e diventa, suo malgrado, il primo e tuttora unico tennista ad aver perso tre finali slam consecutive nell’Era Open.

Nei tre tornei successivi sul duro, Djokovic viene fermato in semifinale sia a Dubai (da Murray) che a Indian Wells (in cui perde due tie-break con Isner) ma si conferma campione di Miami senza cedere alcun set e prendendosi la rivincita sullo stesso Murray. Al termine dei due 1000 statunitensi e prima della terra europea, il serbo si mantiene in testa al ranking con quasi tremila punti di vantaggio su Nadal ma lo spagnolo, pur battendolo nei tre confronti diretti successivi, nemmeno dopo il settimo titolo al Roland Garros riesce ad avvicinarlo più di tanto. I due grandi rivali si trovano avversari nelle finali di Monte Carlo, Roma e appunto Parigi mentre sulla particolare terra blu del Mutua Madrid Open entrambi scivolano nelle fasi iniziali del torneo sconfitti da connazionali. In particolare, il numero 1 cede nuovamente a Janko Tipsarevic nei quarti mentre Nadal era già stato eliminato nel turno precedente da Verdasco.

Mentre Djokovic sceglie di difendere il suo titolo di Wimbledon senza tornei di preparazione sull’erba, Nadal perde malamente nei quarti di Halle da Kohlschreiber e ai Championships si fa superare al secondo turno da Lukas Rosol, prima di arrendersi alle ginocchia doloranti e chiudere anzitempo la stagione. Dal canto suo, il serbo conquista in scioltezza le semifinali e sembra destinato a confermarsi campione quando sul suo cammino si proietta l’ombra di un grande campione che in tanti avevano pensionato con troppo anticipo. Ma di questo parleremo nella prossima puntata.

TABELLA SCONFITTE N.1 ATP – VENTITREESIMA PARTE

ANNONUMERO 1AVVERSARIOSCORETORNEOSUP.
2011NADAL, RAFAELDAVYDENKO, NIKOLAY36 26DOHAH
2011NADAL, RAFAELFERRER, DAVID46 26 36AUSTRALIAN OPENH
2011NADAL, RAFAELDJOKOVIC, NOVAK64 36 26INDIAN WELLSH
2011NADAL, RAFAELDJOKOVIC, NOVAK64 36 67MIAMIH
2011NADAL, RAFAELDJOKOVIC, NOVAK57 46MADRIDC
2011NADAL, RAFAELDJOKOVIC, NOVAK46 46ROMAC
2011NADAL, RAFAELTSONGA, JO-WILFRIED76 46 16QUEEN’SG
2011NADAL, RAFAELDJOKOVIC, NOVAK46 16 61 36WIMBLEDONG
2011DJOKOVIC, NOVAKMURRAY, ANDY46 03 RIT.CINCINNATIH
2011DJOKOVIC, NOVAKDEL POTRO, JUAN MARTIN67 03 RIT.DAVIS CUPH
2011DJOKOVIC, NOVAKNISHIKORI, KEI62 67 06BASILEAH
2011DJOKOVIC, NOVAKFERRER, DAVID36 16MASTERS H
2011DJOKOVIC, NOVAKTIPSAREVIC, JANKO63 36 36MASTERS H
2012DJOKOVIC, NOVAKMURRAY, ANDY26 57DUBAIH
2012DJOKOVIC, NOVAKISNER, JOHN67 63 67INDIAN WELLSH
2012DJOKOVIC, NOVAKNADAL, RAFAEL36 16MONTE CARLOC
2012DJOKOVIC, NOVAKTIPSAREVIC, JANKO67 36MADRIDC
2012DJOKOVIC, NOVAKNADAL, RAFAEL57 36ROMAC
2012DJOKOVIC, NOVAKNADAL, RAFAEL46 36 62 57ROLAND GARROSC

  1. Nastase e Newcombe
  2. Connors
  3. Borg e ancora Connors
  4. Bjorn Borg
  5. Da Borg a McEnroe
  6. Ivan Lendl
  7. McEnroe e il duello per la vetta con Lendl
  8. Le 157 settimane in vetta di Ivan Lendl
  9. Mats Wilander
  10. Lendl al tramonto e l’ultima semifinale a Wimbledon
  11. La prima volta in vetta di Edberg, Becker e Courier
  12. Sale sul trono Jim Courier
  13. Il biennio 1993-1994, da Jim Courier a Pete Sampras
  14. Agassi e Muster interrompono il dominio di Sampras
  15. La seconda parte del regno di Sampras, Rios re senza corona
  16. Moya, Rafter, Kafelnikov e Agassi nell’ultima fase del regno di Sampras
  17. Le 9 settimane di Marat Safin, le 43 di Guga Kuerten
  18. L’esplosione precoce di Lleyton Hewitt, gli ultimi fuochi di Agassi
  19. E alla fine arriva Federer
  20. 2006-07, il dominio di Federer con il ‘tarlo’ Nadal
  21. Lo storico sorpasso di Nadal su Federer nel 2008
  22. Altri due anni di duopolio Federer-Nadal
Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement