Spunti tecnici: 'Schiavo', quanto eri bella da veder giocare. E che rovescio

(S)punti Tecnici

Spunti tecnici: ‘Schiavo’, quanto eri bella da veder giocare. E che rovescio

NEW YORK – Nel giorno dell’addio, rivediamo uno dei rovesci a una mano più belli del tennis femminile. Variazioni e spinta, una tecnica favolosa. Quanto ci mancherà vederti, Francesca

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da New York, il nostro inviato

Il giusto e dettagliato tributo generale, alla carriera di una Campionessa con la C maiuscola, lo potete leggere nel ricordo del Direttore Ubaldo Scanagatta.
Dal punto di vista tecnico, i grandi risultati di Francesca Schiavone sono arrivati grazie a un tennis che ormai non si vede, e non si vedrà, quasi più. Il nostro sport perde una delle poche giocatrici in grado di usare tutto il campo, tutte le traiettorie, e tutte le rotazioni. Soprattutto, una delle poche in grado di usare davvero la testa. Perchè quando non sei una ragazzona di 1.85 per 70 chili, il punto non lo puoi risolvere con quattro pallate a mille all’ora, senza tattica, senza senso della geometria. Non è un caso che il trionfo massimo di Francesca sia arrivato a Parigi, sulla terra rossa.

La capacità di costruire le trame vincenti, di trovare gli angoli stretti che poi ti apriranno lo spazio per gli affondi in lungolinea, è imprescindibile sul mattone tritato. Il dritto in top spin di Schiavone è ottimo, ma ce l’hanno anche tante altre. Dal lato sinistro, invece, nella sbracciata a una mano del rovescio della milanese, c’è una classe, una sensibilità, e di conseguenza un’efficacia che hanno e hanno avuto pochi eguali. Andiamo a rivedere insieme, riprendendo l’analisi e le foto che le avevo fatto proprio qui a Flushing Meadows due anni fa, nel 2016, la cosa che personalmente mi mancherà di più, e sono convinto che la maggior parte degli appassionati del tennis tecnico, tattico, elegante concorderanno. Signore e signori, una celebrazione del rovescio a una mano più bello d’Italia.

In testa al pezzo, possiamo ammirare la compostezza di Francesca nell’istante dell’impatto, e la presa che va oltre la eastern classica per facilitare il top-spin. L’angolo retto disegnato dalle due braccia e dalla racchetta è pazzesco per perfezione.

Qui sopra, la preparazione, a sinistra da ferma, a destra in movimento: grande appoggio, caricatissimo, sul piede destro, fusto della racchetta appena sostenuto tra pollice e indice della mano sinistra, rilascio dello swing con distensione perfetta del braccio.

Qui sopra, un paio di impatti in posizione difensiva, con busto quasi all’indietro per far spazio alla sbracciata verso l’alto, necessaria a controllare i gran liftoni di Caroline Wozniacki, con cui la milanese si stava allenando sul vecchio grandstand, ora ribattezzato “Practice Court 6”. Notevolissima l’azione dinamica dello swing a colpire, che risulta doppiamente difficile da controllare con così scarso trasferimento del peso in avanti.

Qui sopra, infine, il vero spettacolo: la sbracciata finale, violentissima e insieme impeccabile per simmetria delle braccia, con la giocatrice in fase di decontrazione muscolare, in equilibrio sul solo piede avanzato. Esibizione atletica e tecnica di livello alto, altissimo. Da notare la presa estremizzata al massimo per spazzolare la palla salendoci sopra, l’immagine a destra la mostra molto bene. Il riferimento che viene in mente è un’altra “trottolina terribile” dal rovescio fantastico, Justine Henin.

In conclusione, di questa doverosa carrellata, e purtroppo della carriera agonistica sui campi di tutto il mondo di Schiavone, non rimane altro che ringraziarla, per quello che ha fatto per il nostro tennis, e per quanto è sempre stata bella da vedere tecnicamente mentre lo faceva. Buona avventura in Florida, Leonessa, promettici solamente che quel favoloso rovescio lo insegnerai ai tuoi allievi.


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