ATP Finals, Gruppo Verde: Djokovic il cannibale contro Sinner in ascesa. Tsitsipas e Rune anelli deboli?

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ATP Finals, Gruppo Verde: Djokovic il cannibale contro Sinner in ascesa. Tsitsipas e Rune anelli deboli?

Tsitsipas e Rune in gara per riscattare una stagione opaca, entrambi avanti 2-0 contro Jannik Sinner. Novak Djokovic cerca la storia col 7° titolo

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Novak Djokovic - ATP Finals, Torino 2022 (Credits Photo Giampiero Sposito:FIT)
 

Ormai ci siamo! Mancano solo tre giorni all’inizio delle Nitto ATP Finals in scena al Pala Alpitour di Torino per il terzo anno consecutivo. Nel 2021 vinse Zverev mentre dodici mesi fa fu Djokovic a imporsi in finale sul norvegese Casper Ruud, meritandosi per la sesta volta in carriera l’appellativo di “Maestro”. Con quella vittoria l’asso serbo ha affiancato Roger Federer nell’albo d’oro della competizione. Al secondo posto ecco Pete Sampras, con cinque successi tra il 1991 e il 1999, e Ivan Lendl, con la sua “manita” dal 1981 al 1987. Con quattro successi troviamo Ilie Nastase, che tra il 1971 e il 1975 andò in bianco solo nel 1974.

Come sempre il “cast” del torneo di fine anno è di primissima qualità e vede alcune conferme rispetto a quello della scorsa edizione e nuovi ingressi. Terminata la cerimonia del sorteggio, vediamo di ripercorrere l’annata che ha portato gli otto tennisti migliori del 2023, partendo in questo articolo dal Gruppo Verde, composto da Djokovic, Sinner, Tsitsipas e Rune.

LINK AL TABELLONE COMPLETO

Tutti i precedenti tra i quattro tennisti

Dvjokovic vs Sinner 3-0
Djokovic vs Tsitsipas 11-2
Djokovic vs Rune 2-2
Sinner vs Tsitsipas 2-5
Sinner vs Rune 0-2
Tsitsipas vs Rune 0-2

Novak Djokovic

Il trentasettenne belgradese è alla sedicesima partecipazione; dal 2007 ha mancato l’appuntamento solo nel 2017. Ha cominciato la stagione in corso alla quinta posizione del ranking, sullo slancio di una travolgente ultima parte di 2022. Novak ha iniziato il 2023 in perfetta coerenza con l’epilogo della stagione precedente vincendo ad Adelaide (annullando matchpoint a Korda in finale) ma soprattutto rientrando dopo la sosta forzata dovuta alle regole vigenti nel paese per i non vaccinati e trionfando all’Australian Open.

Sempre per i motivi poc’anzi citati, Djokovic salta Indian Wells e Miami e plana direttamente sul clay europeo, dove non brilla particolarmente (ottavi di finale a Montecarlo contro Musetti, quarti a Banja Luka e Roma) ma compie il suo capolavoro a Parigi superando Ruud in finale e spaventando Alcaraz in semifinale al punto da farlo assalire da dei crampi di natura nervosa (come Carlitos riconoscerà).

Lo spagnolo si vendica e vince la finale a Wimbledon in quella che rimarrà l’unica sconfitta in un Major per Nole. Ad agosto il serbo rientra anche negli States, dove batte in un match epico di nuovo Alcaraz a Cincinnati e si prende lo US Open per la quarta volta su Medvedev, tornando numero uno del ranking dopo che in primavera era scivolato anche in terza posizione. Dopo la parentesi di Coppa Davis in settembre, ecco il rientro vittorioso di pochi giorni fa a Bercy in finale con Dimitrov.

Per lui, oltre ai sei titoli, due finali e tre semifinali; sedici sconfitte, le più insolite forse quelle con Tipsarevic nel 2011 e le due con Ferrer, 2007 e 2011.

Jannik Sinner

La stagione del salto di qualità per il nostro Jannik inizia alla quindicesima posizione in classifica e con la sconfitta di Melbourne negli ottavi con la sua bestia nera Tsitsipas. Da qui riparte il rosso di Val Pusteria per imporsi a Montpellier e per cedere solo in finale a Medvedev a Rotterdam, non prima di avere superato proprio il greco negli ottavi.  La semifinale a Indian Wells e la finale a Miami lo fanno rientrare nella top 10, ma la stagione rossa è piuttosto deludente, se si esclude la semifinale, persa con rimpianti, con Rune a Montecarlo.

A Wimbledon c’è la semifinale con Djokovic, ma il sette volte campione di Church Road vince in tre set. Jannik è comunque il terzo semifinalista italiano di sempre a Londra dopo Pietrangeli e Berrettini. Sinner parte per il Canada da numero otto del mondo e coglie il suo primo Master 1000 contro De Minaur. A Cincinnati cede a Lajovic nel turno d’esordio e a New York cede negli ottavi a Zverev, rinunciando subito dopo alla Davis. Apriti cielo, fiumi di polemiche che si possono tacitare solo vincendo. E proprio questo fa Jannik.

A Pechino stende Dimitrov, Alcaraz e Medvedev e cogliendo un successo tecnicamente più significativo di Toronto. Dopo la sconfitta negli ottavi con Shelton a Shanghai, a Vienna Jannik è di nuovo il padrone del court e si impone di nuovo in finale a Medvedev. E’ ora il numero quattro del mondo, proprio come Panatta nel 1976; a Parigi fa le ore piccole per battere MacDonald e si ritira in polemica con un programma che lo obbliga a rientrare in campo nel pomeriggio seguente.

Seconda partecipazione per lui: nel 2021 subentra all’infortunato Berrettini, supera Hurkacz centrando la seconda vittoria di sempre di un italiano nella competizione dopo quella dello stesso Matteo nel 2019 con Thiem. In seguito, cede al tie-break del set decisivo con Medvedev. Nonostate sia uno dei favoriti per la vittoria finale, in questo girone è sotto negli scontri diretti con tutti e tre gli altri membri.

Stefanos Tsitsipas

Stagione con più bassi che alti per l’atleta di Atene. Un solo titolo, a Los Cabos su De Minaur. Da numero quattro del ranking raggiunge la finale a Melbourne, dove si inchina nettamente al ritorno di Djokovic. A Rotterdam cede a Sinner e esce anzitempo anche a Indian Wells e Miami. Nel suo feudo di Montecarlo, dopo i successi nel 2021 e 2022, si arrende a Fritz e a Barcellona cede il passo ad Alcaraz in finale. A Roma Medvedev lo supera in semifinale dedicandogli anche un balletto, mentre a Parigi è ancora il murciano a fermarlo nei quarti.

Tsitsipas conferma la sua allergia all’erba dando via libera a Eubanks a Wimbledon negli ottavi. Dopo la gioia di Los Cabos ecco tre sconfitte in cinque incontri nel trittico nordamericano, compreso il quinto set fatale a New York contro Stricker nei trentaduesimi. Impazza nel frattempo lo Tsitsidosa e Stefanos rimette insieme i pezzi di un 2023 non brillante giocando e perdendo tre semifinali, Anversa, Vienna e Bercy. Quinta volta alle Finals per lui: successo pieno nel 2019 su Thiem al tie-break decisivo.

Holger Rune

E’ stato riserva nel 2022, quest’anno entra come ultimo classificato al termine di una stagione che si può definire deludente, visto il rumore che aveva suscitato il trionfo su Djokovic a Bercy nel 2022. Alle prese con problemi fisici durante parte della stagione, il ventenne danese ha vinto solo un titolo, a Monaco di Baviera su Van De Zandschulp. Due finali perse, a Montecarlo con Rublev e a Roma con Medvedev. Nello Slam solo due quarti di finale, a Parigi e Londra, soffocato rispettivamente da Ruud e Carlitos.

Queste le fasi salienti della stagione 2023 dei quattro contendenti di questo gruppo , che inizierà già domenica 12 con Sinner vs Tsitsipas.

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