Dalla A alla Z... l'alfabeto del tennis del 2022

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Dalla A alla Z… l’alfabeto del tennis del 2022

Ripercorriamo la stagione scegliendo una parola per ogni lettera. Dai successi di Nadal, Djokovic e Swiatek ai ritiri di Federer e Serena Williams

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Roger Federer (destra) con Rafael Nadal (sinistra) - Laver Cup 2022 Londra (foto Twitter @lavercup)
 

365 giorni che, per quel che hanno significato nella storia del tennis globale, valgono molto più di un anno. Un ricambio generazionale atteso, ma quanto mai obbligato nel 2022. Nadal domina la prima parte di stagione, Djokovic è frenato da visti e permessi in Australia e Stati Uniti, ma si conferma devastante sull’erba, con i vari Alcaraz, Ruud, Sinner che devono per forza accelerare il processo di crescita perché il vuoto lasciato da Roger Federer è enorme. Un anno particolare contraddistinto dall’invasione della Russia in terra ucraina: anche lo sport ne viene coinvolto con gli atleti russi esclusi da Wimbledon, e i tornei in terra russa cancellati. Stakhovsky impugna fucili al posto delle racchette da tennis per difendere la sua patria. Riviviamo il 2022 dalla “A”… alla “Z”.

A di Alcaraz: lo spagnolo Carlos Alacaraz si prende la scena contemporanea. Grinta, cuore e numeri da fenomeno. Se ne sentiva la necessità, in un’epoca di radicale cambiamento. Per adattarsi agli standard da n. 1 ci sarà tempo, intanto realizza un duplice sogno conquistando il suo primo Slam della carriera e chiudendo l’anno da n. 1 del ranking ATP. Riflettori puntati sullo spagnolo allo US Open: ai quarti rimette in sesto una sfida che sembrava persa contro Jannik Sinner, poi doma la grande verve di Francis Tiafoe. US Open conquistato grazie alla vittoria in quattro set su Casper Ruud: una locomotiva destinata a lasciare il segno nei posti più importanti del tennis. Conquistato il n. 1 nel ranking, sono gli infortuni a frenarlo, con uno strappo muscolare che lo costringe a saltare le Finals di Torino.  

B come Barty, una “B” maiuscola ma malinconica. L’addio di una grandissima campionessa come Ashleigh al tennis, è stato uno shock per tutti, ma non del tutto una sorpresa.  Lascia dopo aver dominato alla sua maniera l’Australian Open, senza perdere un set. Da numero uno del ranking, Barty dice basta: troppo faticosa la routine che ne consegue e allora ha deciso di salutare tutti da prima della classe. Ci mancherà! Ma alla lettera “B” troviamo anche la ”Billie Jean King Cup” vinta con grande merito dalla Svizzera, per la prima volta sul tetto del mondo, trascinata da una solida Belinda Bencic, e sorretta da Jil Teichmann e Viktorija Golubic. In finale sconfitta l’Australia, con Stosur all’ultimo ballo.

C come Coach! Croce e delizia! Sempre più protagonisti nei pressi del campo: dialogano, suggeriscono, incitano. Ovviamente, diventano i bersagli preferiti dei giocatori quando le cose non vanno bene. Verso il box che li ospita, arrivano tante imprecazioni, tutte da archiviare nell’armadietto del “fa parte del gioco”. Formatori, persone di famiglia che, spesso, vedono i propri atleti allontanarsi, separarsi definitivamente. L’addio più rumoroso del 2022 è senza dubbio quello di Sinner a Riccardo Piatti: “Grazie di tutto, anni meravigliosi”, ha dichiarato più volte l’altoatesino. Adesso è Simone Vagnozzi a prenderlo in consegna. “Mi ha aggiunto cose nuove”, ha ribadito Sinner negli ultimi tempi. C anche come Clerici, scomparso a 91 anni il 6 giugno 2022. Una vita intera dedicata al tennis, prima come giocatore, poi come giornalista e scrittore, e come compagno di Rino Tommasi in migliaia e migliaia di telecronache per le reti Mediaset, Telecapodistria, Tele+, Tele2 e infine Sky. Un intellettuale straordinario che mancherà a tutti.

Andrea Gaudenzi e Carlos Alcaraz - Torino 2022 (Twitter @atptour)
Andrea Gaudenzi e Carlos Alcaraz – Torino 2022 (Twitter @atptour)

D come Davis: competizione a squadre nazionali differente rispetto al passato, con una formula abbastanza criticata. A conquistare l’edizione 2022 è stato il Canada trascinato da Felix Auger-Aliassime. L’Italia ci va vicinissima, ma deve arrendersi in semifinale contro coloro che poi alzeranno l’insalatiera. Volandri rischia Matteo Berrettini nel doppio decisivo in coppia con Fognini, per sostituire l’infortunato Simone Bolelli. Non basta per passare il turno: restano impresse nella memoria le grandi giornate spagnole di Lorenzo Sonego con maglia azzurra.

E di Emma Raducanu, giovane promessa del tennis femminile. Dopo l’impresa del 2020, la giovane britannica non riesce a trovare continuità. Qualche segnale positivo nella stagione sul cemento, ma per il resto c’è tanto da lavorare. Cambia tecnici, tecniche di allenamento, ma al momento non trova le giuste risposte dal campo. E’ l’incombenza di chi a 18 anni vince, e poi non riesce a far esplodere il suo talento. Questa “E” vale per tanti giovani che si affacciano al mondo del tennis e poi si perdono per troppa pressione o per troppa ambizione. State sereni, godetevi il momento e non smettete di allenarvi! Prima o poi i sogni si realizzano: ed è quello che auguriamo al talento britannico.

F come Fritz: l’anno della conferma assoluta per l’americano. Momenti esaltanti, ma anche di grande delusione, come quando va vicinissimo all’impresa nei quarti di finale di Wimbledon contro Nadal e, invece, finisce per restare imprigionato dai colpi dello spagnolo, malgrado il vantaggio di 2 set a 1 e un infortunio del maiorchino. Un giovane americano speranzoso rimane bloccato dinanzi alla porta che lo avrebbe condotto alla porta del Paradiso tennistico. L’amico Fritz, per citare Mascagni, di Rafa Nadal lo ha spinto oltre la leggenda.  Sale ottavo nel ranking, con la promessa di migliorare ancora.

G come Giovane Italia, quella che sta proliferando dietro i Berrettini, i Sinner, i Musetti. Nella Next Gen sono in tanti a mettersi in mostra e a dimostrare di avere ampi margini di miglioramento. Francesco Passaro, Matteo Arnaldi sono la punta di un iceberg che dimostra quanto stia facendo bene l’intero movimento italiano. Che sia da stimolo per tutti gli addetti ai lavori.

H come Halep e Holt. Una stagione da dimenticare per l’ex numero 1 del tennis femminile dal punto di vista dei risultati. Poi la numero 9 del mondo è stata fermata per doping. In un campione fornito durante lo US Open lo scorso agosto è stato individuato FG-4592 (Roxadustat), contenuto nella lista delle sostanze vietate dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Lei si dichiara innocente e dice “La verità verrà fuori”.
Ci sono anche delle bellissime storie in questo 2022 da raccontare. Una di queste è quella di Brandon Holt, 24enne di Rolling Hills, figlio di Tracy Austin, campionessa per due volte a New York nel 1979 e 1981, quando aveva 16 e 18 anni. La mamma è la più giovane tennista di sempre ad aver vinto lo Slam americano ed è stata anche numero 1 del mondo, e Brandon ha voluto seguire le sue orme, anche se prima di diventare professionista si è laureato alla USC. Una carriera che si è poi fermata a causa di un tumore alle ossa, per fortuna risultato benigno e, dopo le cure e la paura, Holt finalmente ha ripreso la sua carriera tennistica, regalandosi una vittoria memorabile contro Taylor Fritz nella prima giornata dello US Open.

Nick Kyrgios – US Open 2022 (foto Twitter @atptour)

I come Infortuni. Quelli che spaccano le carriere, spezzano sogni, frantumano certezze o semplicemente quelli di routine. Ce ne sono stati tanti di episodi sfortunati che hanno penalizzato lo spettacolo del tennis. Il più grave lo ha patito il tedesco Alexander Zverev nel corso della semifinale con Rafael Nadal al Roland Garros. Sotto di un set e sul 6-6 la sua caviglia fa crac. Stagione finita e sogno della finale sulla terra battuta di casa “Nadal” cancellato. Arrivederci al 2023! Anche Matteo Berrettini ricorderà questo 2022 per i tanti infortuni patiti. Anche un pizzico di sfortuna come quando ha scoperto di avere il Covid a un giorno dall’inizio di Wimbledon, dopo aver vinto il Queen’s.

J come Jannik. L’altoatesino cambia coach, salutando Piatti dopo otto stagioni, dimostra progressi e dà l’impressione di avere enormi margini di miglioramento. Un 2022 con lati positivi e altri oscuri, ma la sua giovane età fa sì che pensi al domani in grande stile. L’occasione più grande della stagione Sinner la crea quando si porta sul match point nei quarti di finale dello US Open con Alcaraz. Una grande chance che dimostra come sia imperiosa la rivalità con Carlos Alcaraz. Roba da Nadal-Feder per questi due fenomeni della nuova generazione che incantano le platee e infiammano gli appassionati di tennis. Ottiene tre quarti di finale negli Slam (Australian Open, Wimbledon e US Open), e un ottavo di finale al Roland Garros, e vince a Umago l’ATP 250, battendo Alcaraz e ottenendo il suo sesto titolo ATP. Chiude la stagione da n. 15.

K come Kyrgios. La finale di Wimbledon come segno di riscossa da parte del giocatore australiano. Genio e sregolatezza che si arrendono solo allo strapotere di Novak Djokovic sull’erba. Sfodera un finale di stagione straordinario, macchiato solo dall’eliminazione ai quarti di finale dello US Open contro Khachanov. Ma Nick è così: mentre si destreggia tra aule di tribunale, viene coinvolto in battibecchi col pubblico presente, ritrova grande entusiasmo nel muoversi su un campo da tennis. Racconta i momenti di depressione e scopre di avere una moltitudine di fan che lo apprezza per come ha saputo reagire ai suoi momenti “no”. Una bella responsabilità da concretizzare già a partire dall’Australian Open, perchè a casa sua non avrà la solita stanchezza legata ai viaggi. Sale n. 22, con vista sul futuro.

L come Leggenda. Per sempre nel firmamento delle stelle del tennis. Il 2022 è l’anno che sarà ricordato per l’addio di Roger Federer al tennis, il più grande di tutti e non soltanto per le vittorie ottenute in campo. Di lui si è detto tutto, in un anno denso di emozioni. Il primo pensiero è di ringraziamento per la fortuna che intere generazioni hanno avuto di vederlo giocare. Il suo addio alla Laver Cup è contraddistinto da grande affetto. Le lacrime e l’emozione hanno accompagnato la passerella finale: tra grandi glorie del passato e del presente cestistico, saluta il suo grande pubblico circondato dai sui affetti personali, dalla sua famiglia, dall’inseparabile moglie e da quel rivale di sempre che piange come un bambino per ciò che non sarà più.

M come Musetti. Signore e signori, Lorenzo Musetti! Forse l’italiano migliore per risultati ottenuti e crescita dimostrata. La ciliegina sulla torta è stata senza dubbio la vittoria ottenuta ad Amburgo contro Alcaraz in tre set. L’azzurro mostra un tennis propositivo e dovrà senza dubbio crescere negli Slam, ma a 23 anni il 2022 è stato l’anno della sua esplosione. Scarico alle Next Gen Finals, ma grande protagonista in Davis con la maglia azzurra. Appuntamento a un 2023 ricco di eventi importanti, che comincia da n. 23.

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