Rendimento Slam ATP 2023: Djokovic davanti a tutti, Sinner "solo" al nono posto. Delude Fritz, Ruud top5 come nel 2022

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Rendimento Slam ATP 2023: Djokovic davanti a tutti, Sinner “solo” al nono posto. Delude Fritz, Ruud top5 come nel 2022

Jannik tra i primi 10 nei punti Slam, unico italiano con una certa costanza. Nole ha 3000 punti di vantaggio su Alcaraz, Medvedev chiude il podio

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Novak Djokovic - US Open 2023 (foto Twitter @ATPTour_ES)
 

24, 22, 20. Numeri apparentemente bassi, nel mondo del tennis altissimi. Anche indicati semplicemente così, per i più attenti, hanno significato ben preciso: i Major vinti in carriera da Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer. Gli Slam, il sogno di ogni ragazzino che prende una racchetta e tira pallate contro il muro. L’ambizione di qualsiasi professionista, anche semplicemente giocarci. Figurarsi vincerlo, o arrivare addirittura a più di 20. “Fantatennis” in un gergo più “moderno”, Big Three nel circuito che abbiamo imparato a conoscere.

Uno Slam può essere maledizione, come dimostra la carriera di Marcelo Rios. Mancino dal talento e il genio sconfinato, uno dei 28 n.1 al mondo, viene ricordato meno di un qualunque (con tutto il rispetto) Gaston Gaudio, campione al Roland Garros nel 2004. Una vittoria che può valere più di tante settimane nei primi 10, come ben sanno rispettivamente Petr Korda e Tomas Berdych. Uno Slam può diventare l’ossessione di una vita: “Per quanto proverò ancora a vincere Wimbledon?”, diceva Ivan Lendl (n.1 per 270 settimane, 157 consecutive, 94 tornei vinti), “Finché vinco o muoio”. Per dare una vaga idea di uno Slam e della sua importanza. E per quantificare la stagione 2023. Dominata da Djokovic nei Major prima di tutto, e non servono calcoli per dedurre questo. Sono però decisamente utili per capire chi possiede sul serio le stimmate del fuoriclasse, chi è sul trampolino del salto di qualità, e chi invece quando conta davvero inizia a tremare (riferimenti a Hurkacz e Fritz puramente casuali).

Una poltrona per due?

Come ben sappiamo, e com’era forse facilmente prevedibile, a comandare con un distacco a dir poco ampio, c’è colui che in ogni caso comanda la classifica ATP, e cioè Novak Djokovic. Come nel 2021, quando perse il Grand Slam all’ultima curva, il serbo ha vinto 3 Slam, facendo finale nell’unico che ha lasciato per strada, cioè Wimbledon. 7200 punti guadagnati solo nei Major dunque per Nole, 3760 in più rispetto al n.2 al mondo, nonché secondo classificato di questa speciale classifica, cioè Carlos Alcaraz.

Lo spagnolo, costretto a saltare l’Australian Open per infortunio, ha ben saputo recitare il ruolo da protagonista che gli compete nei successivi Major, con due semifinali e la vittoria ai Championships, secondo Slam vinto in carriera dopo la sfida per il n.1 allo US Open 2022. Non è riuscito a confermare il titolo a Flushing Meadows a causa dei tentacoli di Daniil Medvedev, terzo al mondo e medaglia di bronzo in questa classifica. Dopo 100 punti tra Australian Open (Korda in versione straripante) e Roland Garros (Seyboth…davvero Wild!) ha recuperato con la prima semifinale sui prati londinesi e la terza finale allo US Open, raggiungendo 2020 punti nei Major, a riscattare un 2022 opaco, nonostante 16 settimane da n.1.

Il rendimento Slam del 2023

Australian OpenRoland GarrosWimbledonUS Open
N. Djokovic (1)V: 2000 V: 2000F: 1200 V: 2000 7200
C. Alcaraz (2)ASSENTESF: 720 puntiV: 2000SF: 7203440
D. Medvedev (3)3T: 901T: 10SF: 720F: 12002020
S. Tsitsipas (6)F: 1200QF: 3604T: 1802T: 451785
C. Ruud (11)2T: 45F: 12002T: 452T: 451335
A. Zverev (7)2T: 45SF: 7203T: 90QF: 3601215
A. Rublev (5)QF: 360 3T: 90QF: 360QF: 3601170
B. Shelton (17)QF: 3601T: 102T: 45SF: 7201135
J. Sinner (4)4T: 1802T: 45SF: 7204T: 1801125
K. Khachanov (15)SF: 720QF: 360ASSENTE1T: 101090
T. Paul (13)SF: 7202T: 453T: 904T: 1801035
H. Rune (8)4T: 180QF: 360QF: 3601T: 10910
F. Tiafoe (16)3T: 903T: 903T: 90QF: 360630
J. Lehecka (31)QF: 3602T: 454T: 1801T: 10595
G. Dimitrov (14)3T: 904T: 1804T: 1803T: 90540
T. Fritz (10)2T: 453T: 902T: 45QF: 360540
H. Hurkacz (9)4T: 1803T: 904T: 1802T: 45495
T. Etcheverry (29)2T: 45QF: 3602T: 453T: 45495
C. Eubanks (34)2T: 451T: 10QF: 3602T: 45460
A. De Minaur (12)4T: 1802T: 452T: 454T: 180450

Sinner salva il Made in Italy

Prima di proseguire nello scorrimento della classifica appare sacrosanto un excursus sui nostri giocatori. Il solo Jannik Sinner infatti ha terminato l’anno nella top 10 (“solo” al n.9 però) in termini di punti negli Slam. Una bella differenza rispetto allo scorso anno, con l’assenza ad alti livelli di Berrettini che ha pesato eccome: Matteo nel 2022, con due soli Slam giocati, era risultato ottavo in questo computo, grazie alla semifinale in Australia e i quarti a New York. Settimo risultava invece Jannik, più costante con tre quarti di finale e un quarto turno, con le due posizioni perse quest’anno riconducibili alla grande occasione smarrita al Roland Garros, dove uscì al secondo turno con Altmaier.

Nel complesso per l’altoatesino in termini Major è stata un’annata nella norma, con il picco della semifinale a Wimbledon a riequilibrarla verso l’alto e le aspettative, dopo il clamoroso finale di stagione e anche le parole dei colleghi, che in termini di grandi vittorie appaiono rosee per il 2024. Ma spostando lo sguardo intorno, c’è poco o nulla. Lorenzo Sonego e Matteo Arnaldi possono ostentare un gagliardetto di ottavi a testa, con il primo che ha dalla sua la fantastica partita contro Rublev a Parigi, e Matteo la grande rincorsa di New York, teatro della definitiva consacrazione ad alto livello.

Certo anche Lorenzo Musetti vanta un quarto turno, al Roland Garros, dove ha subito l’uragano Alcaraz, ma era lecito aspettarsi qualcosa in più da un giocatore delle sue qualità. Lorenzo è infatti partito in tutte e quattro le prove Major come testa di serie, ma solo sulla sua superficie preferita ha fatto bene. Accettabile la sconfitta di Wimbledon contro Hurkacz, decisamente meno le uscite agli esordi in Australia e a Flushing Meadows, contro avversari non certo insormontabili e superfici veloci ma su cui ha dimostrato di poter giocare ben meglio.

Chiude con 290 punti negli Slam, gli stessi di Sonego, 55 in più di Arnaldi, a quota 235, che non ha però giocato in Australia. Le prospettive per gli italiani nei Major, specie se Berrettini potrà tornare a giocare a pieno ritmo, non sono da sottovalutare. Matteo chiude il 2023 con gli stessi punti Slam di Arnaldi, grazie al bellissimo ottavo di Wimbledon, dove ancora ha ricordato come 3 su 5 sia un uomo da battere, non senza fatica. La sua presenza potrebbe fare da traino per una crescita sulla lunga distanza anche di Musetti, che dovrà recuperare un po’ di fiducia, dato che il tennis c’è eccome, e Arnaldi, chiamato alla prima stagione completa da professionista di alto livello, che inizierà ad un passo dalla top 40.

Top 10 rendimento Slam 2022Top 10 rendimento Slam 2023
1. Rafael Nadal: 49001. Novak Djokovic: 7200
2. Carlos Alcaraz: 26302. Carlos Alcaraz: 3440
3. Casper Ruud: 2445 3. Daniil Medvedev: 2020
4: Novak Djokovic: 23604. Stefanos Tsitsipas: 1785
5. Nick Kyrgios: 16055. Casper Ruud: 1335
6. Daniil Medvedev: 15606. Alexander Zverev: 1215
7. Jannik Sinner: 12607. Andrey Rublev: 1170
8. Matteo Berrettini: 10808. Ben Shelton: 1135
9. Marin Cilic: 10209. Jannik Sinner: 1125
10. Stefanos Tsitsipas: 100010. Karen Khachanov: 1090

La solitudine dei numeri 2

Due lo sono stati davvero, l’altro solo negli Slam, ma specie dopo questo 2023 di certo appaiono tutt’altro che tranquilli Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud, quarto e quinto della graduatoria punti Major, un po’ di più Alexander Zverev, che viene subito dopo. Vista l’annata dei primi due, con il norvegese che ha addirittura chiuso fuori dai primi 10, la posizione sembra abbastanza sorprendente, ma entrambi hanno portato a casa una finale Slam. Il greco ci è riuscito in Australia, con una serie di clamorose prestazioni al servizio, aggiungendo anche un quarto (perso senza colpo ferire da Alcaraz) al Roland Garros e il quarto turno a Wimbledon dove si è fatto sorprendere da Eubanks. Un rendimento tutto sommato non cattivo 3 su 5, dove il talento e l’esperienza lo hanno decisamente aiutato.

Diversa la storia per Ruud, che vanta tre miseri secondi turni che ben incarnano una stagione in cui ha forse pagato le vertigini dei picchi raggiunti nel 2022, solo parzialmente bilanciati dalla seconda finale (persa) di fila al Roland Garros. Sulla terra, ad Estoril, ha vinto anche l’unico torneo di una stagione non indimenticabile, con solo le due settimane parigine che possono davvero meritare un posto nei suoi ricordi per ripartire in vista del 2024. L’anno che potrebbe vedere la prima volta per Sascha, atteso ormai da un lustro a questo importante salto. Il tedesco ha saputo recuperare alla grande dall’infortunio, tornando in semifinale al Roland Garros (seppur perdendo malamente proprio dal norvegese) e tagliando il traguardo dei quarti allo US Open, a discapito di Sinner. Un finale in crescendo, che lo pone certo in vantaggio, seppur indietro di qualche punto, ai più incostanti Tsitsipas e Ruud versione 2023.

Il 2024 potrebbe essere, finalmente, l’anno di uno scoppio Slam anche per Rublev? Andrey, settimo della graduatoria, ha messo insieme, raggiungendo il suo nono quarto di finale Major (senza semifinale, come approfondiamo in separata sede), 1170 punti nei grani tornei, giusto 80 in più del connazionale Karen Khachanov, semifinalista in Australia e tra gli ultimi otto al Roland Garros. Numeri che, prima di un calo ovvio con l’assenza a Wimbledon e il primo turno allo US Open, lo avevano anche riportato per un po’ in top 10. Tanto deve ai tanti grandi tonfi che ci sono stati a Melbourne nell’estate australiana. Ma non è certo l’unico.

La freschezza degli yankee e qualche top 10 rimandato

A risaltare è la presenza di un americano in questa speciale top 10, e l’altro appena fuori, curiosamente affrontatisi in entrambe le occasioni in cui poi il vincitore è arrivato in semifinale. Tommy Paul, undicesimo miglior giocatore nei Major, vanta la sorprendente semifinale in Australia, che ha dato via alla miglior stagione della sua carriera (chiusa come n.13 del mondo) e un quarto turno allo Slam di casa. Perso contro uno che in futuro arriverà spesso in fondo nei quattro tornei più importanti.

Ben Shelton, n.8 della graduatoria qui esaminata con 1135 punti (10 più di Sinner) ha compiuto il definitivo salto di qualità che lo pone tra i grandi del tennis. Tutto è iniziato con il quarto di finale in Australia a cui, dopo aver scontato l’inesperienza al Roland Garros e un gioco erbivoro acerbo ma con enormi potenzialità a Wimbledon, ha fatto una terrificante eco con la semifinale allo US Open. Risultati acquisiti tra l’altro prima ancora di vincere un torneo in tour, soddisfazione che si è potuto togliere solo ad ottobre a Tokyo.

Dove ha fatto seguito nell’albo d’oro al connazionale Taylor Fritz, che ha invece racimolato solo 540 punti nei tornei dello Slam, un po’ pochino per un giocatore che ha chiuso per il secondo anno consecutivo in top 10. Ancora peggio ha fatto Hubert Hurkacz, parzialmente salvato dalle buone prestazioni in Australia e a Wimbledon, che gli hanno permesso di chiudere a quota 495. Spicca, tra i tre giocatori tra i primi 10 incapaci di essere tali anche come rendimento Slam, la prestazione di Holger Rune, con 910 punti e 2 quarti di finale, al Roland Garros e a Wimbledon.

Chi saranno i prossimi protagonisti?

Senza sbilanciarsi o cadere in patriottismi, è innegabile che questi dati possano anche costruire una traccia da percorrere per il 2024. Dei giocatori che infatti hanno chiuso in top 20 questa speciale classifica, solo in tre hanno già alzato al cielo un Major, e Medvedev tra l’altro solo una volta. Appare chiaro dunque che il prossimo anno potrebbe portare in dote un nuovo vincitore Slam. La domanda allora sorge spontanea: chi? La meritocrazia e la costanza ad alti livelli ormai da anni premierebbero certamente Zverev (una finale persa) e Tsitsipas (due finali perse, su due diverse superfici). Quanto visto lungo tutto l’anno, considerando anche la ripresa fisica premia il tedesco. Potrebbe sperare in uno tra Roland Garros e US Open.

Scrutando però la forma dei giocatori, l’età e il gioco mostrato, i nomi che spiccano più di tutti sono due: Sinner e Rune. Certo Shelton ha mostrato grandi cose, ma gli serve almeno un altro anno da trascorrere ai piani davvero alti, giocando spesso da favorito (molto bene anche Lehecka nei Major, ma appare ancora fragile fisicamente e spesso incapace di esprimersi con costanza sul lungo termine).

Jannik, che avrà anche tante occasioni per scalare ulteriormente la classifica, certamente potrà dire la sua nei due Slam sul cemento, superficie dove è tra i nomi più pericolosi. Il danese, che è apparso rinvigorito dalla cura Becker dopo mesi di magra, ha ampiamente dimostrato che tipo di tennis sia capace di mostrare sulla terra. Dove però, nel 2024, ci sarà anche un ragazzo che ha vinto più Roland Garros rispetto agli Slam finora disputati (!) da Rune. Sì, il nuovo può avanzare…ma le dighe di Belgrado (sicuramente) e Manacor (da valutare, ma Nadal ha spesso reso possibile tutto ciò che neanche lontanamente lo sembrava) appaiono ancora troppo dure per le rapide di Murcia (Carlitos è già campione Slam, ma di certo non sarà sazio), San Candido e Gentofte.

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